
Qualcuno di voi potrà ricordare Dan Adelman. Lavorava a Nintendo of America come capo dello sviluppo e dei contenuti digitali, ovvero si occupava del WiiWare, della Virtual console e dell'eShop.
Lasciò NOA in agosto ed è spesso ricordato per i suoi tweet, come quello dove esprime la sua posizione sul region lock di Nintendo.
Di recente ha rilasciato un'intervista dove parla di svariati aspetti della casa di Kyoto.
Di seguito degli estratti dell'intervista interessanti sui rapporti con le terze parti e sulla tradizionalità della struttura di Nintendo.
CITAZIONE
Secondo te perché i rapporti tra le terze parti e Nintendo sono collassati?
Dipende veramente dal tipo di business dei publisher. Chi compra Nintendo, lo fa principalmente per i contenuti sviluppati da team interni. C'è una specie di profezia che si auto-avvera che dice che i publisher sentono di non poter mai competere con i giochi Nintendo, quindi non spendono soldi per fare prodotti di qualità su macchine Nintendo. Ci sono eccezioni, ma nella maggior parte dei casi stabiliscono un basso numero di vendite e decidono il budget in base a tali proiezioni.
A volte invece capita che un bel gioco venga rilasciato, ma i consumatori non sono interessati, perché scottati dai giochi precedenti delle terze parti di scarsa qualità. Inoltre Nintendo non investe per accaparrarsi le esclusive come fanno Microsoft e Sony. Per rompere questo ciclo, dovrebbe iniziare a spendere un buon quantitativo di denaro e correre rischi nel prendere esclusive.
Dipende veramente dal tipo di business dei publisher. Chi compra Nintendo, lo fa principalmente per i contenuti sviluppati da team interni. C'è una specie di profezia che si auto-avvera che dice che i publisher sentono di non poter mai competere con i giochi Nintendo, quindi non spendono soldi per fare prodotti di qualità su macchine Nintendo. Ci sono eccezioni, ma nella maggior parte dei casi stabiliscono un basso numero di vendite e decidono il budget in base a tali proiezioni.
A volte invece capita che un bel gioco venga rilasciato, ma i consumatori non sono interessati, perché scottati dai giochi precedenti delle terze parti di scarsa qualità. Inoltre Nintendo non investe per accaparrarsi le esclusive come fanno Microsoft e Sony. Per rompere questo ciclo, dovrebbe iniziare a spendere un buon quantitativo di denaro e correre rischi nel prendere esclusive.
CITAZIONE
Come mai i grandi publisher non pubblicano le loro DLC su piattaforme Nintendo?
Ho notato che i DLC hanno un quantitativo di vendite fisso rispetto alla massa di giochi venduti. Questo varia da gioco a gioco ma rimane costante per un gioco. Se l'8% dei giocatori attivi compra DLC e con il tempo il numero dei giocatori diminuisce anche le vendite dei DLC declinano. È una semplice questione di costi-benefici.
Ho notato che i DLC hanno un quantitativo di vendite fisso rispetto alla massa di giochi venduti. Questo varia da gioco a gioco ma rimane costante per un gioco. Se l'8% dei giocatori attivi compra DLC e con il tempo il numero dei giocatori diminuisce anche le vendite dei DLC declinano. È una semplice questione di costi-benefici.
CITAZIONE
Come mai è così difficile generare dei cambiamenti in Nintendo?
Nintendo non è una compagnia giapponese. È una compagnia di Kyoto. Le compagnie con base a Kyoto sono compagnie giapponesi per i giapponesi, come una giapponese lo è per un'americana.
Quindi ci troviamo di fronte ad una strutture incredibilmente tradizionale, focalizzata sulla gerarchia e sulle decisioni di gruppo. Sono tutti consiglieri, ma nessuno dirige e quasi tutti hanno potere di veto. Anche Mr. Iwata odia prendere decisioni che possono causare alienazioni di alcuni dirigenti in Giappone, quindi per fare ogni cosa c'è bisogno di un sacco di lavoro: parlare con i vari gruppi, assicurarsi la loro approvazione e via dicendo e questo va fatto sia in NOA che in NOE prima di passare alla sede giapponese. Non è per forza una cosa sbagliata, ma è inefficiente e richiede tantissimo tempo.
Questo rende le uniche idee velocemente implementate quelle generate dai vertici. Questi sono tutti formati da persone abituate all'era NES e SNES e non comprendono appieno il gaming moderno e spesso molte idee si fermano subito perché qualcuno con potere di veto non riesce a comprenderle.
Inoltre il credo generale è la fedeltà a lungo termine, non prendere rischi, quindi si tende a seguire sempre la stessa strada.
Nintendo non è una compagnia giapponese. È una compagnia di Kyoto. Le compagnie con base a Kyoto sono compagnie giapponesi per i giapponesi, come una giapponese lo è per un'americana.
Quindi ci troviamo di fronte ad una strutture incredibilmente tradizionale, focalizzata sulla gerarchia e sulle decisioni di gruppo. Sono tutti consiglieri, ma nessuno dirige e quasi tutti hanno potere di veto. Anche Mr. Iwata odia prendere decisioni che possono causare alienazioni di alcuni dirigenti in Giappone, quindi per fare ogni cosa c'è bisogno di un sacco di lavoro: parlare con i vari gruppi, assicurarsi la loro approvazione e via dicendo e questo va fatto sia in NOA che in NOE prima di passare alla sede giapponese. Non è per forza una cosa sbagliata, ma è inefficiente e richiede tantissimo tempo.
Questo rende le uniche idee velocemente implementate quelle generate dai vertici. Questi sono tutti formati da persone abituate all'era NES e SNES e non comprendono appieno il gaming moderno e spesso molte idee si fermano subito perché qualcuno con potere di veto non riesce a comprenderle.
Inoltre il credo generale è la fedeltà a lungo termine, non prendere rischi, quindi si tende a seguire sempre la stessa strada.